sulla fuga di Ryanair da Alghero

Mimmo Pirisi fa il punto

02/05/2016

La decisione di Ryanair di chiudere definitivamente la base di Alghero ad ottobre di quest’anno, dopo averla drasticamente ridimensionata a partire dalla stagione primaverile, rappresenta un grave, gravissimo colpo assestato al nostro capitale turistico: ciò apre scenari imprevedibili, che contemplano anche delle eventuali opportunità che chiarirò più avanti.

Anzitutto mi preme condividere quanto detto dal Senatore del PD, Silvio Lai, a proposito delle responsabilità di questa situazione e di come si è arrivati a questo punto: la decisione del Governo di alzare a partire da quest’anno le tasse aeroportuali (l’addizionale sui diritti di imbarco) da 6,5 a 9 euro per passeggero è stata dettata dalla necessità di finanziare il fondo per la cassa integrazione di Alitalia e quindi proprio come ha detto il Senatore siamo di fronte ad una guerra tra poveri, in cui una coperta troppo stretta non fa altro che lasciare scoperto un intero indotto prodotto dal low cost. Nel frattempo, come ha sostenuto il chief commercial officer di Ryanair David O’Brien, la Spagna blocca le tasse aeroportuali sino al 2022 e si prepara ad accogliere i passeggeri provenienti da mezza Europa: una situazione creatasi anche per via della minaccia terroristica che rende le zone mediorientali e dell’Africa Mediterranea sempre più interdette al turismo, situazione della quale (perdonatemi il cinismo) l’Italia e la Sardegna non sono riuscite ad approfittare.

Ma bisogna dare atto che la Regione, a differenza di quanto si è detto, non è stata parte del problema poiché la giunta Pigliaru si è adoperata per trovare la quadratura del cerchio, anche tramite la non più derogabile ricapitalizzazione della Sogeal e l’impegno per far sì che venga riconosciuto dal Governo e dall’Unione Europea lo status di regione svantaggiata vista la nostra insularità, che consenta quindi la possibilità di non applicare l’addizionale per i passeggeri da e verso la Sardegna. Come ha detto il presidente Pigliaru, in passato sono stati fatti molti errori, facendo operare una compagnia privata come Ryanair in regime di monopolio, aiutata da sovvenzioni che in un regime di libero mercato non possono sussistere.

L’aumento delle addizionali comporta certo una fuga da chi investe nel territorio e nel suo asset fondamentale quale è il turismo, e rischia tra l’altro di far saltare 600 posti di lavoro in tutta Italia, ma non bisogna nascondersi dietro un dito: il problema non è tanto l’abbandono di Ryanair, ma che ci siano le condizioni per cui altri vettori possano prendere il suo posto nello scalo di Alghero e Fertilia, e cogliere quindi le opportunità che si creano per gli altri concorrenti. Nel frattempo, sabato ci sarà a ad Alghero una manifestazione politicamente trasversale (alla quale il PD spero partecipi io parteciperò) per far sentire la voce dei cittadini e le loro preoccupazioni: spero che a queste voci si aggiunga quella del Sindaco, a cui chiedo di dare la propria disponibilità nel mettersi a capo di questo corteo e far valere in tutte le sedi le ragioni di Alghero.

Capogruppo PD Alghero

Mimmo Pirisi