sulle scopiazzature per #MondoRurale

06/03/2016

Non serve scomodare grandi eruditi quali Mario Praz e Ottorino Vannini che scrissero la voce dell’Enciclopedia Italiana per illustrare i significati del “plagio”. Basta anche semplicemente leggere la voce “Plagio (diritto d’autore)” di Wikipedia per capire che si tratta di “appropriazione, tramite copia totale o parziale, della paternità di un'opera dell'ingegno altrui” facendola passare per propria.

Per capirci meglio l’uso del virgolettato in questo nostro primo paragrafo insieme alla menzione della fonte fanno qui la differenza tra la “citazione” (uso legittimo di fonte) e la violazione del diritto d’autore, ossia il plagio, ossia quello che, in molti paesi, viene considerato un vero e proprio furto e, pertanto, civilmente e penalmente perseguibile. In ogni caso comportamento moralmente deprecabile. Certamente non “il nulla”.

Ed infatti non si può sottacere quel che è successo in sede di Consulta Comunale riguardo al documento del progetto “‪#‎MondoRurale‬” presentato in pompa magna dall’Assessore Lampis.

È già cosa di per sé molto grave che un documento ufficiale promosso in un’assise istituzionale sia il risultato di una serie evidente di scopiazzature, ovviamente senza virgolette e senza riferimenti alle fonti.

È ancor più grave aver coinvolto in tale pasticcio istituzioni di pregio di tutto il territorio che hanno prestato le proprie risorse e la propria reputazione ad un progetto che credevano genuino, calpestando la loro buona fede ed il loro impegno in maniera tanto subdola quanto imbarazzante.

È cosa molto grave che chi amministra invece di farsi carico della responsabilità e correre ai ripari, magari anche ringraziando chi con cortesia, correttezza e pacatezza le ha fatto notare il misfatto, abbia invece reagito con atteggiamento supponente e arrogante minimizzando l’accaduto. Ed arrivi ad offendere l’intelligenza dei cittadini definendolo “il nulla”.

È ancora più grave la protervia con cui l’assessore e il suo circolo di collaboratori, assistiti dai soliti organi di stampa fidelizzati, cerchino di ribaltare la frittata e di puntare i riflettori su di chi ha avuto il solo torto di dire a voce alta la verità.

C’erano molti modi per evitare l’accaduto e le nefaste conseguenze per l’immagine delle istituzioni e di Alghero. Innanzitutto, in assenza di idee originali, si poteva avere un minimo di onestà intellettuale e citare le fonti, o magari ringraziarle arrivando a citare Brescia e non solo Olmedo nelle note di ringraziamento. O inserire nel documento quella webgrafia che, guarda caso, arriverà posticcia.

A misfatto compiuto, c’erano certamente altri modi per gestire la cosa. Un po’ di umiltà non avrebbe certo guastato. Si poteva magari anche chiedere scusa….. Certo non lo fa chi concepisce la politica come “epifania personale” piuttosto che come servizio (cit. M. Giannini).

Invece si è scelta la via dell’attacco come miglior difesa, il branco dei collaboratori, si è barricato dietro un’improbabile difesa mediatica ad oltranza ed ha attaccato con livore quei Comitati che quotidianamente lavorano a servizio (quello vero) dell’agro.

La verità è che chi svolge tale servizio, in maniera sempre documentata, puntuale ed evidentemente colta, è una presenza scomoda per chi per anni ha assistito passivamente alla lenta agonia dell’agro. Passività che deriva forse proprio dall’essere privi di ogni capacità immaginativa e di ogni originale idea progettuale tanto da dover scopiazzare quelle degli altri.

La verità è che l’autodeterminazione dei Comitati sta rivoluzionando il modo in cui la politica si pone e propone ai cittadini. L’uso e l’abuso del concetto di partecipazione ha dato vita ad una diffusa ed alquanto malsana concezione per cui se tutti (non si sa bene a che titolo) partecipano allora i prodotti sono per forza giusti. M5S e altri movimenti della stessa natura insegnano che così non è. Amministrare è ben altra cosa.

La capacità di coinvolgere e far partecipare tutti non può prescindere dalla conoscenza dei problemi e degli strumenti a disposizione per risolverli; dal loro retto e corretto utilizzo; e dalla capacità di creazione autentica di occasioni di sviluppo create su misura sulle specificità, non solo geografico-economiche ma anche culturali, del territorio.

Invece siamo nuovamente spettatori dell’ennesima dimostrazione della totale mancanza di comprensione e di sintonia tra chi dovrebbe amministrare nell’interesse dei cittadini e chi è costretto a “difendersi” da un modo insulso e inetto di concepire l’amministrazione.