Comunicato sull'Aeroporto di Alghero

SEGRETERIA PROVINCIALE SASSARESE DEL PARTITO DEMOCRATICO

07/07/2016

Quando una questione complessa, quale il trasporto aereo, con l’intreccio di normative nazionali ed europee, norme finanziarie e limiti legislativi, viene semplificata oltre un certo livello, necessariamente si perdono di vista le ragioni che consentono di capire le cose e si apre la strada alle strumentalizzazioni che possono dare visibilità effimera a qualcuno sui quotidiani, ma che non avvicinano la soluzione dei problemi e la loro comprensione da parte dei cittadini.

La vicenda dell’abbandono dell’aeroporto di Alghero da parte del vettore Ryanair non nasce e matura da condizioni manifestatesi negli ultimi sei mesi, o negli ultimi due anni, se proprio si vuole focalizzare l’attenzione sull’attuale maggioranza politica regionale, ma vengono da lontano, anni, o forse decenni, di gestioni di vario colore.

Se ci sono state sei ricapitalizzazioni in otto anni della Società che gestisce lo scalo algherese, fiumi di danaro pubblico, che non sono bastati a sistemare ed armonizzare i conti, ciò dipende da chi oggi governa la Regione Sardegna o da chi l’ha governata negli anni passati? 

Se oggi è necessaria un’altra ricapitalizzazione, la settima, che avrebbe dovuto conferire altri 9 milioni di euro di fondi pubblici e che non è più fattibile in quanto si configura come “aiuto di stato”, ciò dipende da responsabilità del presente o del passato?

Dire la verità ai sardi significa partire dalla Legge Regionale n°10/2010 che per il triennio 2011-2012-2013 ha erogato 60 milioni di euro agli aeroporti sardi, 30 milioni ad Alghero, 20 milioni a Cagliari e 10 milioni ad Olbia. Quella legge regionale, approvata dal centrodestra, essendo presidente della Regione Cappellacci, è oggi soggetta a procedura d’infrazione. Per quale motivo?

Inizialmente la legge è stata presentata come una norma che seguiva il principio del PIEM (investitore privato in libero mercato) detto in parole povere, si finanziano gli aeroporti avendo preventivamente appurato che i benefici che otterrà l’aeroporto saranno maggiori, in termini economici, delle risorse investite. Per tale procedura non è richiesta la notifica preventiva a Bruxelles. Non tutti sanno che, sciaguratamente, nell’ottobre del 2011 la Regione Sardegna si è “autodenunciata” comunicando all’Unione Europea che non trattavasi di PIEM ma di un contributo al funzionamento degli aeroporti secondo il principio di SIEG che andava obbligatoriamente notificato prima ed attuato solo dopo autorizzazione.

Oggi sulla gestione dell’aeroporto di Alghero pesa come un macigno questo errore incomprensibile commesso sotto la presidenza Cappellacci. Aver trasmesso la notifica tardi a Bruxelles, con parte dei soldi già erogati, ha comportato l’apertura della procedura di infrazione che, come una spada di Damocle, lascia pendenti sulla testa di chiunque vorrà gestire l’aeroporto qualcosa come 38 milioni di euro di potenziali debiti. 

Una volta chiarito questo punto c’è da chiedersi che tipo di amministrazione abbia avuto la Società di gestione dell’aeroporto, ad esempio sotto il profilo delle assunzioni. Per fare un esempio facilmente comprensibile, com’è possibile che Alghero, con un milione di passeggeri annui, abbia lo stesso numero di dipendenti (spesa certificata 2014 €9.719.060) di Cagliari che ha tre milioni di passeggeri (spesa certificata 2014 €7.102.786)? I comuni di Sassari e Alghero, per fare un altro esempio, che di ricapitalizzazione in ricapitalizzazione hanno ceduto le loro quote non potendo investire risorse, come spiegano il centinaio di esuberi che una futura gestione privata rischia di configurare con il 20% del personale a rischio?

Tutti gli interlocutori istituzionali sono a conoscenza e sono consapevoli che i meccanismi utilizzati in passato oggi non sono più praticabili e che tutte le soluzioni che prevedono aiuti di stato, mascherati sotto qualsiasi forma, non sono più possibili, a maggior ragione con una procedura di infrazione in corso? Ne sanno qualcosa alla Regione Puglia, fino a qualche tempo fa citata da alcuni come modello, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati dell'amministratore della società che gestisce gli scali pugliesi Giuseppe Acierno, del direttore generale Marco Franchini del direttore amministrativo Patrizio Summo, nomi che si aggiungono a quello dell’ex amministratore di Aeroporti di Puglia, ai quali la Procura di Bari contesta i reati di falso e truffa proprio in relazione ai finanziamenti alla compagnia Ryanair per incentivare il trasporto di passeggeri in Puglia.

Oggi l’unica strada possibile è quella della ricapitalizzazione con bando di evidenza pubblica, delle azioni “inoptate”, quelle su cui nessun azionista ha prelazione, bando europeo che però è stato reiterato più volte andando sempre deserto: perché? Se lo sono chiesti il perché Mario Bruno e Marco Tedde? La verità è che nessuno rischierebbe mai di acquistare le azioni di una società col rischio che la procedura di infrazione abbia un esito negativo e il nuovo gestore debba restituire 38 milioni di euro alla Regione. Ciò vale anche per il Fondo F2i, l'unico tra i proprietari privati di aeroporti in Italia a essere partecipato dalla Cassa depositi e prestiti e da banche italiane, che potrebbe essere interessato una volta però che sarà chiaro l’esito della procedura di infrazione UE.

Un’altra considerazione andrebbe fatta sui rischi che un territorio corre quando si affida ad un unico vettore in condizioni di monopolio. I biglietti low cost, che certamente tutti i sardi hanno apprezzato, lungi dall’essere frutto di generosità, erano in realtà conseguenza diretta di ingenti finanziamenti pubblici che in passato potevano essere erogati con modalità oggi non più consentite. Per fare un esempio: l’acquisto di spazi pubblicitari sugli aerei da parte della Regione o della società di gestione dell’aeroporto, oggi possono avvenire a prezzi di mercato, non è più possibile acquistare spazi pubblicitari per un valore molto più alto di quello di mercato al fine di incentivare il vettore perché scatterebbe immediatamente l’accusa di aiuti di stato. Stessa cosa per le somme erogate per ogni passeggero trasportato. Inoltre, in caso di investimento di fondi pubblici, la società di gestione dell’aeroporto deve averne utili economici diretti, non solo le attività esterne, in caso contrario infatti si arriverebbe al paradosso di una società che da un lato investe e dall’altro non raggiunge il pareggio di bilancio. 

Dispiace che il sindaco Mario Bruno, che conosce bene queste cose e che ha sempre avuto informazioni “di prima mano” dal governo regionale, si sia fatto travolgere dalle difficoltà dell’amministrare e da un momento di forte  e rumorosa protesta di alcuni cittadini e imprese nei suoi confronti, che hanno visto in prima fila noti politici del centrodestra non privi di responsabilità sulle cause che hanno determinato le ragioni della manifestazione.

Dispiace che il sindaco Mario Bruno, già consigliere regionale del PD e per anni  capogruppo, che alcuni giorni fa dichiarava orgogliosamente  “Il Pd sono io” oggi individui nel PD l’unico responsabile e metta la sua classe dirigente sul banco degli imputati. In passato andava tutto bene? O nascono anni addietro le difficoltà  dell’aeroporto sul quale è stato necessario intervenire con ben sei ricapitalizzazioni?

Il Pd provinciale non nega la gravità delle conseguenze derivate dalla decisione di Ryanair di abbandonare la Sardegna e lo scalo di Alghero, sul diritto alla mobilità dei cittadini e sulle attività economica non solo di Alghero ma dell'intero territorio. Dall’annuncio dell’abbandono da parte della compagnia irlandese il Pd provinciale regionale e nazionale è stato, è, e sarà impegnato nella società e nelle istituzioni, per garantire il diritto dei sardi e muoversi liberamente e a costi contenuti e lo sviluppo della tante attività legate al turismo che sono il cardine dell' economia algherese e del territorio.

Tutto ciò è possibile solo nel rispetto delle leggi, nazionali ed europee, delle linee guida del 2014 dell’Unione Europea e delle norme nazionali che purtroppo sono anche più restrittive di quelle europee. Ne fa fede la  nuova continuità aerea verso il continente italiano (Roma e Milano) a prezzo uguale per tutti, residenti e turisti  e per tutto l’anno che entrerà in vigore dal 2017 resa possibile anche per il contributo di 20 milioni disposto dal Governo oltre i 46 stanziati dalla Regione per 66 milioni complessivi.

Con altri 11  milioni sarà  finanziato il collegamento con altri aeroporti cosiddetti  minori.
Agli scali sardi saranno messi a disposizione 10 milioni (di cui 5 ad Alghero)  per ricercare il collegamento con le Capitali Europee. Al netto di queste scelte strategiche,  è sempre più pressante la necessità che Alghero compia un salto di qualità nelle politiche legate al proprio sviluppo turistico, sappia riprendere quel ruolo guida che storicamente le è stato proprio per un rilancio della destinazione turistica dell'intero territorio del Nord Ovest. 

È necessario che il sindaco prenda piena coscienza che Alghero può essere la soluzione, non il problema.
Il Pd nonostante le polemiche utili più a nascondere una condizione di più larga difficoltà del Sindaco a corto di consensi in città e in Consiglio Comunale, che a ricercare soluzioni ai problemi, continuerà il suo impegno a trovare soluzioni di lunga durata e di sistema, che consentano agli operatori economici locali di programmare nel tempo le loro attività di accoglienza turistica, evitando errori del passato di gestione e di strategia.

Il PD provinciale si impegna ad organizzare un momento di confronto e dibattito pubblico su questa materia alla presenza dell’Assessore Regionale ai Trasporti. Non è necessario che i Consigli Comunali scendano a Cagliari quando l’Assessore regionale ha già detto che lui può salire a Sassari.